Juve, presunzione e scelte discutibili: gli errori di Conte e Marotta in due anni di successi

La sconfitta maturata nella serata di ieri all’Olimpico contro la Roma di Rudi Garcia e costata l’eliminazione dalla Coppa Italia probabilmente non ha smosso nulla nel mondo Juventus: la delusione per l’eliminazione dalla “coppetta” (così pare essere considerata nell’ambiente bianconero) sarà smaltita molto velocemente da staff, giocatori e dirigenza, mentre i tifosi pare si sentano forti del fatto che per il terzo anno consecutivo festeggeranno lo scudetto e, in più, c’è la reale possibilità di poter vincere l’Europa League proprio Juventus Stadium, anche se il cammino è ancora lungo.

Queste motivazioni sarebbero sufficienti per cancellare la delusione di una sconfitta quasi indolore, visti i quasi tre anni di dominio incontrastato in Italia, ma che, in realtà, indolore non è affatto. Vero, sembrerebbe un pensiero nettamente in controtendenza e quasi una mancanza di riconoscenza nei confronti di chi in questi anni ha riportato la Juventus dove è sempre stata; in realtà questa è una critica potenzialmente costruttiva, in virtù del fatto che per la Vecchia Signora dovrebbe essere arrivato il momento di una maturazione che possa portare alla conquista di credibilità, e quindi di trofei, anche al di fuori dei confini nazionali.

Il quarto di finale giocato ieri da mister Conte e dai suoi uomini ha evidenziato, ancora una volta, come i bianconeri pecchino di presunzione in diverse occasioni: è successo in Champions contro avversari tutt’altro che invincibili (Copenaghen l’ultimo esempio), è successo in alcune partite di campionato ed è successo ieri con i giallorossi, in una sfida che il tecnico pugliese ha deciso di interpretare in modo alquanto discutibile e ben lontano da quello che ci ha abituato a vedere. Conte ha dato spazio a coloro che hanno giocato meno fino a questo punto della stagione, cercando di ostentare (invano) ancora una volta che riserve come Quagliarella, Peluso e Isla siano all’altezza e offrano le stesse garanzie di titolari come Tevez, Lichtsteiner e Asamoah, mentre dall’altra parte Rudi Garcia schierava tutti i pezzi da 90; inoltre, la scelta di sfidare gli avversari (annientati in campionato un paio di settimane fa) proponendo un catenaccio “alla Mazzarri”, con tutti gli uomini a difesa dell’area di rigore, con gli attaccanti costretti ad agire 20 metri dietro la linea del centrocampo (manco ci fosse di fronte il Barça di Guardiola) si è rivelata talmente pessima e inadeguata che recriminare per la mancata espulsione di Benatia o per il goal annullato (ingiustamente) a Peluso sarebbe offensivo nei confronti di chi, invece, questa competizione ha deciso di onorarla.

Oltre alla presunzione dell’allenatore, un altro fattore che potrebbe aver rallentato l’affermazione definitiva della Juventus è rappresentato da alcune scelte di mercato di Beppe Marotta. Può sembrare strano, paradossale puntare il dito contro chi ha portato in bianconero i vari Pirlo, Barzagli, Tevez, Vidal, Llorente, Pogba spendendo una ventina di milioni o giù di lì, eppure qualche errore l’ha commesso anche lui. Si va dalla “super-valutazione” di un Isla infortunato da un anno all’inutile attesa della fine della Copa America 2011 per concludere l’acquisto di Agüero, sfumato dopo che il prezzo lievitò grazie, appunto, alle buone prestazioni del Kun in quella competizione; poi ci fu il mancato acquisto di Van Persie, ritenuto troppo “anziano” e non degno di una valutazione di circa 20 milioni, visto che il contratto con l’Arsenal sarebbe scaduto nella stagione successiva; discorso simile fu fatto per Drogba (bastava un piccolo conguaglio per strapparlo allo Shanghai Shenhua e portarlo in bianconero), al quale fu preferito Anelka; infine, è impossibile trascurare lo scontro all’ultimo sangue con la Fiorentina per accaparrarsi Berbatov nell’ultimo giorno di mercato (ebbene sì, Berbatov, non Ibrahimovic o Lewandowski), seguito dall’acquisto di Bendtner. L’ultima follia sarebbe stato lo scambio con l’Inter:  Vucinic, l’alternativa più valida agli intoccabili e titolarissimi Tevez e Llorente tra le seconde linee nonostante età e condizioni fisiche non ottimali, per Guarin, centrocampista indisciplinato, dalle qualità tecniche non eccelse e inutile in un centrocampo dove i posti sono solo tre e un giocatore come Marchisio spesso è costretto alla panchina; per fortuna i tifosi interisti (gli stessi non perdono occasione per fischiare Guarin ad ogni pallone sparato in curva nel tentativo di concludere a rete da distanze siderali) e la nuova proprietà nerazzurra hanno bloccato il tutto.

Tutto ciò non è affatto un attacco al metodo Conte o alla gestione (a tratti impeccabile) del mercato da parte di Marotta né un voler nascondere i meriti evidentissimi degli ultimi anni, ma è un discorso indispensabile per la consacrazione di una squadra che difficilmente potrà concretizzarsi se alcuni atteggiamenti non vengono corretti e se non vengono evitati errori da non commettere quando si è a certi livelli, nonostante nel frattempo siano arrivati successi e trofei. Mettere alla luce certe cose quando si vince è difficile, ma è anche vero che non c’è momento migliore per farlo, in modo che determinati ragionamenti e determinate analisi non vadano a destabilizzare i bianconeri che, salvo harakiri di ancelottiana memoria, viaggiano spediti verso la conquista del terzo scudetto di fila e sono ancora in corsa per un titolo europeo, che potrebbe arrivare in casa, davanti ai propri tifosi. Cara Juventus, sei forte ma devi ancora crescere…

Girone D: Uruguay, Italia, Costa d’Avorio, Inghilterra – Il sorteggio in diretta dei Mondiali Brasile 2014

Il girone D: Uruguay, Italia, Costa d’Avorio, Inghilterra. Un girone non facilissimo ma abbordabile, soprattutto se l’Inghilterra non darà il 110%.

Si parte con il sorteggio dei mondiali Brasile 2014, per scoprire la composizione dei gironi e quali squadre toccherà all’Italia affrontare nel girone di qualificazione, ricordando che rischiamo un girone di ferro essendo in seconda fascia.

Ci siamo il sorteggio dei gironi è partito e le squadre iniziano a formare i gironi tenendo conto dei limiti geografici, ad esempio non ci possono essere più di due squadre europee per girone.

Ecco gli aggiornamenti in diretta per gli 8 gironi da quattro squadre ciascuno che metteranno assieme le 32 squadre che partecipano al mondiale. Nel girone A c’è già il Brasile in quanto padrone di casa.

Girone A
Brasile
Camerun
Messico
Croazia

Girone B – Girone di ferro per i Campioni del Mondo in carica della Spagna
Spagna
Cile
Australia
Olanda

Girone C
Colombia
Costa D’Avorio
Giappone
Grecia

Girone D
Uruguay
Italia – 14 Giugno a Manaus la prima partita
Costa Rica
Inghilterra

Girone E
Svizzera
Ecuador
Honduras
Francia

Girone F
Argentina
Nigeria
Iran
Bosnia Erzegovina

Girone G – Durissimo anche il girone della Germania che sarà certamente equilibrato e ricco di emozioni
Germania
Ghana
USA
Portogallo

Girone H – Forse il girone più facile dei mondiali di Brasile 2014 assieme a quello della Svizzera
Belgio
Algeria
Corea del Sud
Russia

 

 

Serie A: la Juve travolge il Napoli per 3-0, adesso anche la Roma trema!

Dieci gol fatti e zero subiti nelle ultime quattro partite, la Juve torna grande e domina anche lo scontro diretto contro il Napoli. Vincere era un imperativo categorico, specie dopo il pareggio della Roma contro il Sassuolo. La squadra di Antonio Conte esagera e schianta letteralmente i partenopei rifilandogli tre gol ed un sonoro schiaffo per le amibizioni da titolo degli azzurri. Decidono le reti di Llorente, Pirlo e Pogba, tre giocatori arrivati a parametri a zero che rendono ulteriore merito al lavoro svolto dalla società e dallo stesso Antonio Conte. Dopo il ko di Firenze, la Juventus si è svegliata dal torpore di inizio stagione ed è tornata a macinare punti e gioco. Adesso i bianconeri sono a meno uno dalla Roma e hanno anche un discreto calendario dalla propria parte. Ancora una sconfitta invece per il Napoli che, ad eccezione della sfida contro il Borussia Dortmund, ha fallito tutti i grandi appuntamenti perdendo contro Arsenal, Roma e Juve. Servirà un ulteriore step in termini di personalità alla squadra di Benitez per poter ambire a traguardi prestigiosi.

La partita è tutta nei primi dieci minuti, dove la Vecchia Signora schiaccia il Napoli nella propria metacampo con la solita intensità e l’aggressività dei bei tempi. In pochi minuti ci sono tre palle gol, una di queste viene capitalizzata da Llorente. Il basco si avventa su un tiro di Isla deviato fortuitamente da Tevez e porta in vantaggio i suoi. Sul gol, però, c’è una posizione di fuorigioco dell’attaccante bianconero non rilevata dall’assistente dell’arbitro. Juve subito in vantaggio, dunque, ed aggressiva come non mai grazie ad un Isla finalmente in palla e ad un Llorente molto abile nel gioco di sponda. Il Napoli si sveglia nella seconda metà del primo tempo ed ha qualche buona occasione con Higuain ed Insigne, le cui conclusioni, però, sono imprecise. Anche la Juventus potrebbe raddoppiare ma un Reina particolarmente ispirato nega la gioia del gol a Tevez e Llorente.

Nella ripresa si vede un Napoli più propositivo ma comunque troppo lento nella circolazione della palla. Una buona opportunità la crea Insigne su punizione ma Buffon è abile a deviare il pallone in calcio d’angolo. L’occasione migliore capita sui piedi di Hamsik che da buona posizione spedisce la palla a lato. Da qui in poi si spengono i partenopei e salgono in cattedra i campioni a disposizione della Juventus. Uno su tutti Andrea Pirlo. Il fantastista bresciano si inventa una punizione di rara bellezza e precisione, sulla quale nulla può Pepe Reina. Un gesto balistico spettacolare che lo consacra ancora una volta come uno dei migliori specialisti al mondo su calcio da fermo. Se Pirlo è il passato e il presente, Pogba è certamente il futuro di questa squadra e allora non vuole essere da meno e sigla un altro eurogol. Il francese si inventa un tiro al volo di destro ad oltre 100 chilometri orari di velocità. La palla colpisce il palo interno e si finisce in rete. Una realizzazione di pregevole fattura come era accaduto lo scorso anno, sempre contro il Napoli a Torino. Nel finale c’è solo spazio per l’espulsione di Ogbonna per doppia ammonizione e per i festeggiamenti dei tifosi della Juve. Ancora una volta i bianconeri lasciano le briciole al Napoli tra le mura amiche. Da quando Conte siede sulla panchina bianconera, tre vittorie su tre allo Stadium contro i partenopei: 8 gol segnati e neanche uno subito. Questa vittoria, forse, ha un peso specifico superiore rispetto alle altre, perchè lancia i bianconeri all’inseguimento della Roma e ne certifica ancora una volta la propria forza e la propria superiorità.

Lega Pro: Giocatori minacciati di morte, Salernitana-Nocerina dura 21 minuti!

Una farsa o forse è meglio definirla una vergogna: Salernitana-Nocerina ha tutto per diventare una pagina nera nella storia del calcio italiano. Il derby campano dura solo 21 minuti con i giocatori rossoneri, minacciati di morte dai propri tifosi, che si rifiutano di giocare. Dopo appena 50 secondi di gioco la Nocerina effettua tutti e tre i cambi e dopo 21 minuti altri cinque calciatori inscenano infortuni muscolari lasciando la propria squadra in sei. A quel punto l’arbitro per regolamento deve decretare la fine dell’incontro. Una partita in realtà mai cominciata.

C’era grande attesa per il derby che vede protagoniste due squadre storicamente rivali, due località campane divise da pochissimi chilometri. Le autorità decidono di vietare la trasferta di Salerno ai tifosi rossoneri per motivazioni d’ordine pubblico. Di qui l’ira dei supporters di Nocera Inferiore. In duecento si recano al campo di allenamento della Nocerina e minacciano i propri calciatori. “Se giocate, avrete delle gravi ripercussioni..” Potremmo ricostruire in questo modo il dialogo avvenuto tra i tifosi e i calciatori. La squadra campana, fortemente impaurita, si era rifiutata di scendere in campo. Per questo motivo l’incontro, previsto inizialmente per le 12:30, è iniziato con quaranta minuti di ritardo. I dirigenti rossoneri erano riusciti a convincere i propri giocatori a cominciare la partita, ma evidentemente non è bastato.

Non è il primo, e forse non sarà l’ultimo episodio che vede una squadra di calcio ostaggio degli ultras. Raramente, però, abbiamo assistito ad un match interroto dopo pochissimi minuti con i calciatori che chiedono il cambio o fingono infortuni muscolari. Vedremo che tipo di provvedimenti ci saranno, questa volta, però, si è toccato davvero il fondo.

ESCLUSIVO – “Io sono del Milan”: La partita col Chievo è l’ultima spiaggia per Allegri…

Due giorni dopo la sconfitta europea contro il Barcellona e alla vigilia del match di campionato contro il Chievo, gli amministratori di “Io sono del Milan” hanno concesso a noi di SportLover.it un’intervista per analizzare la partita del Camp Nou di mercoledì e per discutere delle ripercussioni che il risultato negativo può avere sulla stagione, a partire già dal prossimo impegno di campionato, in programma domenica pomeriggio contro il Chievo. Secondo gli amministratori della pagina Facebook rossonera, che conta oltre 600.000 fans, sono convinti del fatto che la sfida contro i clivensi rappresenti una sorta di ultima spiaggia per mister Allegri, il quale, a questo punto, è davvero obbligato a portare a casa i 3 punti per non complicare ancora di più una stagione già abbastanza compromessa e per ottenere una conferma sulla panchina del Milan.

Al di là delle difficoltà oggettive che si incontrano quando si gioca contro una squadra come il Barcellona, che giudizio dai alla prestazione dei rossoneri di mercoledì sera?

La prestazione contro il Barcellona è stata sicuramente insufficiente, ma nel complesso non deludente come ci si poteva aspettare. Tenendo conto del rigore inesistente e del gol irregolare dato a Busquets, il Milan quasi poteva anche portare a casa un pareggio.

La sensazione è che il Milan abbia “regalato” ai blaugrana tutto il primo tempo. In tal senso ha influito la scelta di Allegri di rinunciare a Balotelli, dando fiducia ad un evanescente Robinho?

Il primo tempo è stato decisamente giocato sotto tono e Robinho è stato fra i peggior in campo. Balotelli quando entrato ha fatto bene, ma a posteriori è dura dire se Allegri ha fatto bene o male.

Visto il momento difficile che il Milan sta vivendo in campionato, la Champions non rischia di diventare un peso per i rossoneri?

No assolutamente, perché comunque la Champions, al di la del prestigio e della vetrina internazionale, ti può dare quella carica e quelle motivazioni che i rossoneri spesso e volentieri non trovano in campionato.

Abbandonato definitivamente il 4-3-1-2, Allegri sta riproponendo con insistenza il tridente d’attacco. Alle luce di ciò, quanto pesa l’assenza di un giocatore come El Shaarawy? Con la sua corsa e il suo sacrificio, il Faraone potrebbe restituire al Milan quell’equilibrio di squadra che oggi manca?

El Shaarawy manca tantissimo soprattutto ora che siamo tornati al 4-3-3. Speriamo di rivederlo al più presto in campo, forse già dopo la sosta. Tutti i tifosi, noi compresi, non vedono l’ora di vedere duettare il Faraone con Kakà.

Come giudichi le vicende societarie del Milan? In un momento così delicato potrebbero influire sulle prestazioni degli uomini di Allegri?

Le vicende societarie sono state gestite in maniera errata, sicuramente non come il Milan ci ha abituato. Il comunicato diffuso domenica sera è stato un clamoroso autogol e sicuramente i giocatori potrebbero risentirne.

Dopo 28 anni di successi è stato giusto mettere in discussione l’operato di un navigato e abile dirigente (probabilmente tra i migliori d’Europa) come Galliani?

Io sono un grande sostenitore di Galliani. L’ad ha saputo spendere bene quando aveva i soldi a disposizione ma anche quando era a corto di moneta, leggasi Ibrahimovic e Balotelli. Perdere lui, solo per il peso politico che ha, sarebbe un gravissimo errore.

In una situazione così complicata per il Milan, come va interpretato il silenzio del presidente Berlusconi?

Berlusconi probabilmente si trova combattuto fra una figlia che vuole emergere e che ha tanta voglia di fare, e un amico come appunto Galliani e penso che alla fine opterà per una soluzione che vada bene ad entrambi per il bene del Milan.

La partita di domenica contro il Chievo Verona è l’ultima spiaggia per Massimiliano Allegri?

Si assolutamente: se perdi contro l’ultima in classifica non ci sono più alibi.

Con l’arrivo di Honda a gennaio non credi ci sia un eccessivo affollamento in attacco? Da questo punto di vista sacrifichesti El Shaarawy, che con la presenza di Kakà rischia di trovare sempre meno spazio?

In attacco ci sarà sovraffollamento. El Shaarawy però non lo toccherei almeno fino al termine della stagione. E’ stata sbagliata la scelta di Matri e sicuramente il doppione Honda/Kakà ha poco senso. Probabilmente con il giapponese l’affare era stato chiuso prima che si aprisse quello per Ricky e alla fine hanno deciso di puntare su entrambi, calcolando che tutti e due possono giocare in diversi ruoli.

Col ritorno di Abbiati continueresti a puntare su Gabriel oppure il titolare rimane l’esperto portiere rossonero?

Abbiati rimane il titolare, ma penso per un preciso diktat dirigenziale. Io darei spazio a Gabriel, che comunque diverrà il numero uno del Milan per la prossima stagione.

Cedere Balotelli per 3 acquisti mirati tra difesa e centrocampo potrebbe essere la scelta giusta per il Milan di oggi?

Balotelli rimarrà fino al termine del campionato poi il Milan farà le sue valutazioni. La speranza è che possa tornare quello della seconda metà della stagione, anche perché un Super Mario così non fa bene a nessuno. Per ora è difficile fare ragionamenti sul suo futuro.

ESCLUSIVO – Albi di “Juventus, storia di un grande amore”: Pogba è il nuovo Vieira, Tevez meglio in campionato!

La Juventus si trova ad affrontare uno dei momenti più importanti della propria stagione. E chi meglio di Albi di “Juventus, Storia di un grande amore” può fornirci delle chiavi di lettura sulla settimana bianconera, che ha visto laVecchia Signora affrontare il Real prima del big match contro il Napoli. Abbiamo deciso di fare una chiacchierata con uno degli amministratori della celebre pagina facebook juventina. Un canale web che può contare ben 559mila fan, una vera e propria colonia a tinte bianconere. Abbiamo parlato ovviamwente della partita contro il Real, ma anche di futuro, in relazione al nuovo modulo adottato da Antonio Conte e ai margini di crescita che alcuni giocatori, tra i quali Paul Pogba, stanno dimostrando di poter avere.

Come giudichi la prestazione di martedì sera? A tratti è sembrato di vedere la grande Juve dei primi anni 2000..

Io ho visto una grande Juve nel primo tempo che ha messo in difficoltà il Real andando meritatamente in vantaggio con Vidal. Nel secondo tempo abbiamo subito l’ennesimo blackout, 15 minuti in cui abbiamo preso i 2 goal delle merengues. Poi però una grande reazione con il pareggio di LLorente che testimonia che questa squadra non si arrende; se giochiamo così anche con Copenhagen e Galatasaray siamo già passati.

Alla luce del pari con il Real e della vittoria del Copenaghen sul Galatasaray, secondo te cosa cambia in ottica qualificazione? Ci sono più possibilità o i turchi saranno ancora più affamati dopo la sconfitta in terra danese?

La vittoria del Copenhagen ha sorpreso un po’tutti, erano la squadra materasso e adesso sono secondi nel girone; non sono da sottovalutare ma la Juve è di un altro livello. In casa nostra dobbiamo vincere aspettando di sapere il risultato da Madrid; penso che il Galatasaray sia arrabbiato ma questo Real è davvero forte e in casa poi hanno una marcia in più quindi penso vincano facilmente.

Se la Juve dovesse fallire il passaggio agli ottavi, potrebbero esserci ripercussioni sul resto della stagione e sul futuo di Antonio Conte sulla panchina bianconera? Un’eventuale Europa League verrebbe snobbata dalla società juventina?

Prima di tutto penso al 100% che passeremo il turno; se dovesse accadere l’irrimediabile e andiamo in Europa League questa non verrebbe snobbata anche perché l’eventuale finale si giocherebbe in casa, allo Juventus Stadium. Certo non ha lo stesso appeal della Champions ma è sempre una competizione europea. E non credo neanche possa avere ripercussioni su Antonio Conte o Marotta: abbiamo un grande allenatore e un ottimo dirigente e ce li teniamo stretti.

In cosa deve crescere secondo te la Juve per reggere novanta minuti contro squadre come il Real? è solo una questione fisica o forse anche psicologica? Dopo l’errore di Caceres la squadra è sembrata in confusione e ha rischiato seriamente di compromettere un grande primo tempo…

Bisogna capire che la Juventus non ha la stessa forza economica del Real Madrid che può permettersi di spendere 100 milioni per un solo giocatore; quando torneremo ad essere una big mondiale che può permettersi certe cifre potremo batterci con il Real allo stesso livello anche se ieri sera, come detto, abbiamo visto una grande Juve anche se i valori (economici) in campo avrebbero dovuto dare una facile vittoria per i blancos.

Conte continua a sostenere che il 3-5-2 o come lo chiama lui 3-3-4 sia un modulo più offensivo rispetto al 4-3-3. Non credi siano dichiarazioni di facciata, un modo per difendere la sua scelte nelle prime partite del girone che a conti fatti rischiano di costare la qualificazione?

Io concordo con Antonio Conte, è un 3-5-2 molto offensivo perché gli esterni di centrocampo molte volte fungono da ali portando a 4 il numero degli attaccanti; può essere usato anche per difendere però quindi è molto polivalente.

Il 4-3-3 pare dia ampie garanzie, nonostante l’assenza di ali pure: con il ritorno di Vucinic è ipotizzabile che il montenegrino torni ad agire largo a sinistra con Llorente in mezzo e Tevez a destra e che questo modulo venga adattato anche in campionato?

In campionato abbiamo visto che c’è un solo modulo ed è il 3-5-2. Con il rientro di Vucinic non ci sarà un cambio di modulo ma una semplice rotazione di giocatori in attacco; un recupero molto importante anche in ottica Champions.

Quanto ha pesato secondo te l’assenza di Chiellini? Soprattutto sul secondo gol è mancata un po’ di aggressività in marcatura su Bale, non credi che un giocatore con le sue caratteristiche sia imprescindibile in partite di questo genere?

L’assenza di Chiellini si è sentita molto, Asamoah ha giocato bene ma non è e non sarà mai un terzino sinistro. Nel gol di Bale se Giorgio fosse stato in marcatura molto difficilmente il gallese sarebbe riuscito a tirare. Ma con i se sappiamo molto bene che non si va da nessuna parte. E’ andata così, ora pensiamo al Napoli domenica.

Errori sui goal a parte, Caceres sembra stia attraversando un’ottimo periodo di forma, vista anche la buona prova al bernabeu: perché conte non lo considera una prima scelta, con Lichtsteiner out e con Isla e Padoin che non offrono le stesse garanzie?

Conte vede Caceres come terzino destro o esterno nella difesa a 3, non come quinto di centrocampo. Isla si sta poi riprendendo, forse rivedremo il giocatore ammirato ad Udine e Lich sta finalmente tornando in campo.

Ancora una volta ha impressionato la prova di Paul Pogba! Stupisce soprattutto la sua abilità nel saltare l’uomo e mettere palloni in mezzo nonostante l’imponente stazza fisica. Non credi che Conte debba insistere nell’esperimento provato contro il Milan quandò schierò il francese largo a destra?

Pogba è il patrimonio della Juventus; non vedevamo un giocatore con queste caratteristiche a Torino dai tempi di Vieira. Lui può fare tutti i ruoli del centrocampo, è decisivo ovunque. Anche ieri sera grande prova ma sulla fascia secondo me rende meno che interno di centrocampo dove può liberare il suo potentissimo destro. A fine stagione il prezzo di Paul sarà ancora più alto, spero che Marotta faccia di tutto per trattenerlo.

Cosa pensi del rendimento di Tevez? In Champions appare più nervoso e meno fluido nelle giocate rispetto al campionato! Credi sia solo una casualità oppure il digiuno in Coppa che dura da più di 4 anni incide anche sulle sue prestazioni?

Non è sicuramente il Tevez ammirato in Campionato. Pare veramente che soffra questo digiuno che dura da tanto tempo; si muove, corre, sgomita ma non riesce a buttarla dentro. Forse dobbiamo semplicemente aspettare, i campioni come lui certe volte si fanno attendere.

 

 

Champions League: troppo Barca per questo Milan, 3-1 al Camp Nou!

Troppo forte il Barcellona per questo Milan, quello targato Massimiliano Allegri e condizionato dalla spending review. I blaugrana si limitano a fare il compitino e superano la squadra rossonera con il punteggio di 3-1. Messi, con una doppietta, segna ancora una volta al Milan, di Busquets l’altra rete del Barca. Non basta l’autogol di Pique arrivato a fine primo tempo dopo una splendida iniziativa di Kakà. Non bastano neppure le scelte coraggiose o meglio rinunciatarie di Allegri, che decide di lasciare in panchina Balotelli e di optare per un 4-4-1-1 che sa tanto di catenaccio.

Il primo tempo del Milan è quasi tutto nella propria metacampo. Il risultato non può che essere un vero e proprio assedio. Solo Abbiati e la buona prova dei centrali rossoneri evitano la rete dello svantaggio. Poi, però, ci pensa Abate in collaborazione con l’arbitro a spianare la strada ai blaugrana. Il terzino della nazionale strattona Neymar il quale si lascia palesemente cadere. Il direttore di gara concede un penalty che appare più che generoso. Dal dischetto si presenta il solito Messi che tira centralmente e segna la rete dell’uno a zero. Il Milan abbozza una reazione che sta tutta in un tiro di Montolivo che finisce di poco a lato. Il raddoppio del Barca, però, arriva di lì a breve. Cross di Xavi su punizione, interviene Busquets di testa che tutto solo deposita il pallone in rete. Anche su questo gol  c’è una decisione arbitrale controversa. Il calciatore spagnolo, infatti, appare in leggero fuorigioco sul traversone di Xavi, ma il guardalinee decide di non sbandierare. Sul finire del primo tempo, arriva un gol insperato e che ravviva il Milan. Progressione vecchio stile di Kakà, il suo cross di sinistro trova la deviazione sfortunata di Piquè che insacca il pallone in rete.

Nel secondo tempo Allegri si gioca la carta Balotelli e ne beneficia tutta la squadra che di tanto in tanto riesce ad affacciarsi nella metacampo avversaria e con Kakà avrebbe anche la palla del pari. Il brasiliano calcia il pallone a lato dopo un’azione personale di SuperMario, apparso voglioso di mettersi in mostra e meno indolente del solito. Il monologo blaugrana però continua. Fioccano le palle gol. Quelle più clamorose le sciupano Neymar e Sanchez, prima che Messi in collaborazione con Fabregas inventi la giocata della partita. Meravigliosa triangolazione al limite dell’area di rigore che libera il centravanti argentino davanti ad Abbiati. Tutto solo la Pulga batte il portiere rossonero con un tocco sotto. Nel finale c’è il rischio che il punteggio diventi più severo ma il risultato rimane sul 3-1 fino al 90′. Il Milan esce sconfitto dal Camp Nou ma per le condizioni attuali nel quale versa, non poteva offrire di più. Bene a tratti il Barca ma siamo lontani dalla versione blaugrana targata Guardiola. La sensazione è che mai più vedremo quel Barcellona, ma anche questo si lascia guardare.

Champions League: Atletico agli ottavi, tris Chelsea

Con due giornate d’anticipo, l’Atletico Madrid di Diego Pablo Simeone ha staccato il pass per gli ottavi di finale di Champions League.
Nel quarto turno del gruppo G, i ‘Colchoneros’ hanno rifilato un secco 4-0 all’Austria Vienna.
Al ‘Vicente Calderon’, match già chiuso nella prima frazione di gioco grazie alle reti di Miranda, Raul Garcia e Filipe Luis. Nella ripresa sigillo del solito Diego Costa, che in precedenza aveva fallito un penalty.

Spagnoli in testa al raggruppamento e a punteggio pieno con 12 punti. Austriaci ultimi con 1 solo punto conquistato.
Nell’altro incontro, pari tra Zenit San Pietroburgo e Porto, in quello che si preannunciava come un vero e proprio scontro diretto per il secondo posto.
Vantaggio lusitano ad opera di capitan Lucho Gonzalez; risposta immediata dell’ex Hulk che approfitta di un pasticcio difensivo della retroguardia ospite.
Gli uomini di Spalletti salgono a quota 5, quelli di Fonseca a 4: si deciderà tutto nelle ultime due giornate.

Compie un balzo importante per il passaggio del turno il Chelsea di Josè Mourinho. Allo ‘Stamford Bridge’, i londinesi battono nuovamente lo Schalke 04 per 3-0 portandosi in vetta solitaria nel gruppo E con 9 punti.
La doppietta di Eto’o e la firma di Demba Ba permettono ai ‘Blues’ di staccare di tre punti i tedeschi, secondi con 6.

Terza piazza occupata dal Basilea che, nell’altro match di serata, non è andato oltre l’1-1 con la Steaua Bucarest.
Al ‘St. Jakob Park’, gli svizzeri riescono a riacciuffare il pari al 90′ con la rete di Sio. Beffa per i romeni, ai quali non è bastato il timbro del nostro Piovaccari per portare a casa l’intera posta in palio.
Basilea che si porta a 5 punti, in piena corsa per la qualificazione. La squadra di Reghecampf, invece, ottiene il secondo punto.

Champions League, Barcellona-Milan: le probabili formazioni

Una partita per cambiare il corso di una stagione e ritrovare la fiducia smarrita. Barcellona-Milan è questo e molto altro ancora per la squadra rossonera. Gli uomini di Massimiliano Allegri affronteranno i blaugrana nel momento più delicato della gestione del tecnico livornese. Un’eventuale sconfitta sonora potrebbe dare adito ad un cambio nella guida tecnica. Al contrario, una prova d’orgoglio potrebbbe ridare morale ad una squadra depressa psicologicamente e piatta nella gestione del ritmo gara.

Per questo motivo Massimiliano Allegri ha deciso di rivoluzionare la squadra e di renderla impermeabile all’attacco atomico dei catalani. Il tecnico rossonero opterà per un solido 4-4-1-1. L’impostazione tattica è chiara: 8-9 uomini dietro la linea della palla e poi veloci ripartenze guidate da Kakà e possibilmente finalizzate da Mario Balotelli. Per questa partita Allegri recupera Abbiati e sperimenta Muntari sulla fascia sinistra e Poli sulla destra, con il compito di fare da cani da guarda a Dani Alves e Adriano. Davanti, come accenanto, giocherà Kakà a supporto di Balotelli, in cerca di riscatto dopo le ultime deludenti appazioni. Il Barca risponde con il solito 4-3-3. In avanti vedremo il trio delle meraviglie composto da Neymar, Sanchez e Messi con quest’ultimo ancora alla ricerca della miglior condizione dopo l’infortunio muscolare che lo ha tenuto ai box per tre settimane. Ecco, dunque, le probabili formazioni della sfida di stasera:

[team1]

[team2]

Champions League: solo un pari per PSG e United

Deve rimandare l’appuntamento con la qualificazione agli ottavi di finale il Paris Saint Germain.
La squadra di Blanc, infatti, nel quarto turno del girone C di Champions, non è andata oltre l’1-1 con l’Anderlecht, surclassato due settimane fa.
Al ‘Parco dei Principi’, succede tutto nella ripresa: vantaggio ospite con De Zeeuw al 68′; risposta due minuti dopo del solito Ibrahimovic, al quinto centro in due gare con i belgi.

Nell’altro match del raggruppamento, vittoria fondamentale dell’Olympiakos, che si aggiudica lo scontro diretto per il secondo posto con il Benfica.
Ai greci è bastata la rete di Manolas al 13′ per piegare portoghesi.
La classifica vede il PSG sempre saldamente al comando con 10 punti; seconda piazza occupata dall’Olympiakos con 7, tre in più del Benfica; chiude l’Anderlecht con 1 punto.

Nessuna rete nel martedì di Champions per quanto riguarda il girone A. Terminano a reti bianche le sfide tra Real Sociedad e Manchester United e tra Shakhtar Donetsk e Bayer Leverkusen.
All’ ‘Anoeta’ di San Sebastian, i ‘Red Devils’ avrebbero l’opportunità di portare a casa l’intera posta in palio, ma Van Persie fallisce un calcio di rigore centrando il palo.
Alla ‘Donbass Arena’, invece, gli uomini di Lucescu non riescono a riscattare il pesante ko subìto in Germania e guadagnano un solo punto.
United sempre primo con 8 punti. Il Bayer Leverkusen segue con 7; a quota 5 lo Shakthar, mentre la Real Sociedad resta ultima con 1 punto all’attivo.